Non Pagheremo La Vostra Crisi (II)

Posted: Maggio 6th, 2011 | Author: | Filed under: General | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su Non Pagheremo La Vostra Crisi (II)

Gli ultimi due anni sono stati contrassegnati da una crisi devastante. E’ la crisi di un intero sistema economico e di un modello sociale finalizzato alla ricchezza di poch* a costo della miseria di tant*. Ma questa crisi viene utilizzata dai padroni e dalla logica delle imprese per arricchirsi ancora di più e per cancellare le residue conquiste del mondo del lavoro, prima fra tutti il contratto nazionale, quello strumento che fino a qualche anno fa unificava nei diritti e nelle retribuzioni i lavoratori del Sud e quelli del Nord, quelli delle grandi e quelli delle piccole aziende.

Da parecchi anni a questa parte, grazie a tutti i governi di destra e di centrosinistra succedutisi alla guida del paese, un numero crescente di lavoratrici e di lavoratori sono stati già espulsi dal sistema dei contratti nazionali, attraverso una progressiva e dilagante introduzione di precarietà nel mondo del lavoro che dai posti di lavoro è straripata in tutta la società.

Le mille vertenze contro i licenziamenti e le chiusure aziendali, per la difesa del salario e per un accesso e continuità di reddito devono trovare dei linguaggi comuni e devono tentare una saldatura con le lotte contro i tagli, per la sopravvivenza della Scuola e dell’Università per tutt*, per lo sviluppo di Scienza e Ricerca autonomamente dalle logiche aziendalistiche, per la salvaguardia dei territori dalle devastazioni ambientali, per il diritto a una abitazione accessibile.

Voci differenti che si devono sentire unite nella lotta per il futuro . Un’opposizione corale per costruire un segnale forte di autonomia di interessi rispetto alle logiche del profitto, di vera opposizione sociale alla crisi e alle politiche di austerity che ci vengono imposte.

Le lavoratrici e i lavoratori autoconvocati ritengono oggi centrale affrontare il nodo cruciale della precarietà mettendo in comunicazione nel conflitto i lavoratori flessibili e la generazione precaria.

C’è bisogno di uno sciopero generale per unificare le lotte e rispondere all’aggressione padronale e governativa.

Qualsiasi sciopero che si voglia veramente generale e incisivo rischia di essere sconfitto in partenza se non sarà generalizzato, cioè se non riuscirà a coinvolgere e a rendere protagonist* anche i milioni di precari/e che costituiscono una parte fondamentale del mondo del lavoro. Lo sciopero nei luoghi di lavoro e lo sciopero precario sono due facce della stessa medaglia che possono dialogare nel blocco della produzione e della circolazione in una grande giornata di lotta e di resistenza sociale. L’azione comune di chi ogni giorno produce la ricchezza ed è costretto nel ricatto del lavoro senza diritti e garanzie come condizione da sempre tipica (e non certo “atipica”) di questo modello economico-sociale.

Per questo ribadiamo con forza la necessità di costruire coordinamenti locali e\o rafforzare e sviluppare quelli già esistenti, che possano sviluppare il conflitto di classe in tutto il paese per contribuire alla costruzione di un vero sciopero generale e generalizzato unitario e dal basso,

 

  • Blocco dei licenziamenti, delle chiusure, delle fabbriche, delle esternalizzazioni, dei tagli all’istruzione, alla ricerca e alla spesa sociale;
  • Lotta all’aumento dei ritmi e alla produttività;
  • Contro le speculazioni edilizie e finanziarie, principali cause di chiusure e delocalizzazioni;
  • Per la distribuzione del lavoro che c’è “lavorare meno lavorare tutti” a parità di salario e per l’accesso e la continuità del reddito;
  • Per la stabilizzazione di tutti i precari|e e gli atipici, cancellazione delle leggi sulla precarietà;
  • No all’eliminazione del CCNL e alla ristrutturazione dei diritti di tutto il mondo del lavoro;
  • Per una effettiva reale e diretta rappresentanza sindacale dei lavoratori in ogni luogo di lavoro, tutti eleggibili tutti elettori;
  • Contro la Bossi-Fini, per l’estensione dei diritti ai lavoratori migranti;
  • Ritiro del collegato al lavoro e della Riforma Gelmini;
  • Contro lo statuto dei lavori, per la difesa dello statuto dei Lavoratori.

Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati/e