Posted: Giugno 7th, 2011 | Author: wakeup | Filed under: General | Tags: asl, call center, licenziamenti, livorno, precarietà | Commenti disabilitati su Call center Asl, a rischio sette posti di lavoro
Rischiare il licenziamento cosa significa oggi? Trovarsi in una situazione straordinaria che mette in pericolo basi e certezze di un progetto di vita? La risposta, per i tromboni della politica e del sindacalismo, per i “lumi” della cultura più retrograda, potrebbe essere anche questa. La risposta che noi diamo però è altra, soprattutto è ATTUALE. Laddove si inserisca il privato anche il più universale dei servizi si trasforma nelle logiche assoggettandosi alle esigenze del profitto. Laddove si inserisca il privato,oggi gli investimenti si fanno transitori. I redditi da salario legati ad investimenti evanescenti, che vanno e vengono,che divorano i territori con stile cannibalesco, di forza soffrono della medesima instabilità dell’intero sistema economico.
I sindacati confederali, piuttosto che stupirsi di fronte a questo genere di episodi, dovrebbero trovare lo spunto giusto, dovrebbero aggiornarsi e capire di non avere oggi molte ragioni di esistere,potendo al massimo soppiantare nelle funzioni un’agenzia interinale, di certo non porre al centro delle proprie agende il protagonismo di una categoria, quella del precario, che loro si sforzano di non riconoscere e non tutelare.
Atteggiamento comodo, che consente di farsi interlocutore sul territorio delle aziende in transito, di trattenerle e stipulare accordi di una flessibilità radicale, salutati sui territori come paladini dei nuovi contratti.
Evidentemente,la Cgil non ignora cosa sia la precarietà.
Semplicemente, se ne avvantaggia.
LIVORNO. Hanno paura le addette al call center Asl per le prenotazioni intramoenia. Temono che il nuovo bando emesso dall’Asl 6 non garantisca il mantenimento dei loro posti di lavoro. Sono sette donne che per molti anni hanno lavorato svolgendo varie attività per società legate a Spil.
Poi nel 2007 sono passate a Sercal (anch’essa società Spil). Assunte a tempo indeterminato per svolgere l’attività di call center delle prenotazioni di visite intramoenia dell’Asl. Lo scorso dicembre sono state licenziate, perché Sercal ha perso l’appalto del call center.
Le lavotratrici, che non hanno avuto neanche la cassa integrazione, sono state riassunte con contratti a tempo determinato da Tesan, a cui Asl ha affidato anche il Cuptel. Le addette, adesso che l’azienda sanitaria ha emesso il bando per affidare definitivamnete i servizi di prenotazione telefonica, temono di perdere il posto di lavoro. Si sono rivolte anche a Cgil. «Il bando – dice Cavallini della Cgil – non è chiaro, parla di nove assunzioni, quando adesso le operatrici Tesan sono 15. Chiediamo che le lavoratrici siano legate al nuovo appalto».
Posted: Maggio 6th, 2011 | Author: wakeup | Filed under: General | Tags: 6 maggio, case popolari, caserme, livorno, precarietà, wakeup | Commenti disabilitati su Non Pagheremo La Vostra Crisi (III)
Oggi, 6 maggio 2011, dopo un autunno segnato da importanti mobilitazioni che hanno attraversato il mondo del lavoro, dell’università e della scuola è stato indetto lo sciopero generale della CGIL. Un appuntamento però che, a nostro avviso, è arrivato troppo tardi, depotenziando la carica conflittuale esplosa il 14 dicembre, piegandone finalità e intenti ad interessi di tipo elettorale . Esplosioni di conflittualità radicale sono presto arrivate in punti ciechi , senza conoscere soluzione di continuità . L’ambito lavorativo non fa eccezione e senza dubbio qui nella moderazione del dissenso i sindacati confederali svolgono un ruolo cruciale . Lo sciopero di oggi per es. , parlando di tutto, affronta con superficialità l’aspetto che riteniamo essere il vero nodo cruciale degli ultimi anni: la precarietà . Noi riteniamo che al momento , senza che si valorizzi la precarietà come tema di dissenso , sia difficile costituire un fronte conflittuale compatto e deciso .
Dopo più di 15 anni dall’entrata in vigore delle norme che hanno introdotto i primi contratti di lavoro “atipici”, non possiamo più continuare a considerare la precarietà come una semplice questione riguardante la scadenza posta sul proprio contratto di lavoro, interessante la sola fascia giovanile dei lavoratori. La precarietà, ancor più in questi anni di crisi, ha confermato di essere un fenomeno strutturale che dal lavoro si estende nella sfera sociale ed esistenziale delle persone, toccando anche coloro che apparentemente sono considerati “garantiti”.
Il modello proposto da Marchionne non è altro che l’esemplificazione di quanto appena detto: dopo che le generazioni più giovani sono state interamente sacrificate sull’altare della precarietà, adesso se ne estendono le caratteristiche a tutto il mondo del lavoro. Per questo lo sciopero di oggi non ci basta, perché non riesce ad intaccare con forza la questione precaria.
Ed è per questo che, invece, avvertiamo con sempre maggiore urgenza la necessità dello sciopero precario, guardando oltre i confini dell’apparente contraddittorietà che la condizione precaria c’impone. Uscendo dalle regole attraverso le quali manifestare il proprio dissenso, allargando le nostre rivendicazioni a tutti gli aspetti che oggi ci sono negati, come ad esempio il diritto all’abitare.
Non possiamo più rimanere stretti entro la morsa degli sfratti per morosità o a prolungare sconfinatamente la propria adolescenza alloggiando con genitori e nonni per tempi lunghissimi . Con questi intenti reclamiamo, pertanto, l’utilizzo a scopo abitativo delle caserme Bagna e Dal Fante, nelle quali realizzare alloggi popolari accessibili anche ai precari (oggi esclusi dai punteggi dei bandi dell’edilizia residenziale pubblica).
Ecco allora che la formula “sciopero precario” si carica di un senso più ampio , assumendo forme più estese, divenendo riappropriazione diretta di aspettative e bisogni altrimenti preclusi. Sciopero precario non vuole significare uno sciopero di soli precari , ma essere un momento visibile in cui mettere al centro la precarietà . Un percorso, non un singolo appuntamento.
La cospirazione è la nostra arma, lo sciopero precario il nostro sentiero…
Posted: Maggio 6th, 2011 | Author: wakeup | Filed under: General | Tags: 6 maggio, centro politico 1921, cp21, gerit, insolvenza, livorno, precarietà | Commenti disabilitati su Non Pagheremo La Vostra Crisi (II)
Gli ultimi due anni sono stati contrassegnati da una crisi devastante. E’ la crisi di un intero sistema economico e di un modello sociale finalizzato alla ricchezza di poch* a costo della miseria di tant*. Ma questa crisi viene utilizzata dai padroni e dalla logica delle imprese per arricchirsi ancora di più e per cancellare le residue conquiste del mondo del lavoro, prima fra tutti il contratto nazionale, quello strumento che fino a qualche anno fa unificava nei diritti e nelle retribuzioni i lavoratori del Sud e quelli del Nord, quelli delle grandi e quelli delle piccole aziende.
Da parecchi anni a questa parte, grazie a tutti i governi di destra e di centrosinistra succedutisi alla guida del paese, un numero crescente di lavoratrici e di lavoratori sono stati già espulsi dal sistema dei contratti nazionali, attraverso una progressiva e dilagante introduzione di precarietà nel mondo del lavoro che dai posti di lavoro è straripata in tutta la società.
Le mille vertenze contro i licenziamenti e le chiusure aziendali, per la difesa del salario e per un accesso e continuità di reddito devono trovare dei linguaggi comuni e devono tentare una saldatura con le lotte contro i tagli, per la sopravvivenza della Scuola e dell’Università per tutt*, per lo sviluppo di Scienza e Ricerca autonomamente dalle logiche aziendalistiche, per la salvaguardia dei territori dalle devastazioni ambientali, per il diritto a una abitazione accessibile.
Voci differenti che si devono sentire unite nella lotta per il futuro . Un’opposizione corale per costruire un segnale forte di autonomia di interessi rispetto alle logiche del profitto, di vera opposizione sociale alla crisi e alle politiche di austerity che ci vengono imposte.
Le lavoratrici e i lavoratori autoconvocati ritengono oggi centrale affrontare il nodo cruciale della precarietà mettendo in comunicazione nel conflitto i lavoratori flessibili e la generazione precaria.
C’è bisogno di uno sciopero generale per unificare le lotte e rispondere all’aggressione padronale e governativa.
Qualsiasi sciopero che si voglia veramente generale e incisivo rischia di essere sconfitto in partenza se non sarà generalizzato, cioè se non riuscirà a coinvolgere e a rendere protagonist* anche i milioni di precari/e che costituiscono una parte fondamentale del mondo del lavoro. Lo sciopero nei luoghi di lavoro e lo sciopero precario sono due facce della stessa medaglia che possono dialogare nel blocco della produzione e della circolazione in una grande giornata di lotta e di resistenza sociale. L’azione comune di chi ogni giorno produce la ricchezza ed è costretto nel ricatto del lavoro senza diritti e garanzie come condizione da sempre tipica (e non certo “atipica”) di questo modello economico-sociale.
Per questo ribadiamo con forza la necessità di costruire coordinamenti locali e\o rafforzare e sviluppare quelli già esistenti, che possano sviluppare il conflitto di classe in tutto il paese per contribuire alla costruzione di un vero sciopero generale e generalizzato unitario e dal basso,
- Blocco dei licenziamenti, delle chiusure, delle fabbriche, delle esternalizzazioni, dei tagli all’istruzione, alla ricerca e alla spesa sociale;
- Lotta all’aumento dei ritmi e alla produttività;
- Contro le speculazioni edilizie e finanziarie, principali cause di chiusure e delocalizzazioni;
- Per la distribuzione del lavoro che c’è “lavorare meno lavorare tutti” a parità di salario e per l’accesso e la continuità del reddito;
- Per la stabilizzazione di tutti i precari|e e gli atipici, cancellazione delle leggi sulla precarietà;
- No all’eliminazione del CCNL e alla ristrutturazione dei diritti di tutto il mondo del lavoro;
- Per una effettiva reale e diretta rappresentanza sindacale dei lavoratori in ogni luogo di lavoro, tutti eleggibili tutti elettori;
- Contro la Bossi-Fini, per l’estensione dei diritti ai lavoratori migranti;
- Ritiro del collegato al lavoro e della Riforma Gelmini;
- Contro lo statuto dei lavori, per la difesa dello statuto dei Lavoratori.
Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati/e
Posted: Aprile 20th, 2011 | Author: wakeup | Filed under: General | Tags: livorno, precarietà, wake up | Commenti disabilitati su Tirreno e Cgil: chi non muore si rivede
tratto da senza soste.
In città sono sempre di più le situazioni di precarietà e di irregolarità riscontrabili in molti luoghi di lavoro. Il principale giornale e il principale sindacato arrivano sempre in seconda battuta
Se a Livorno ci fosse Mourinho definirebbe il Tirreno “Zeru inchieste” e la Cgil “Zeru vertenze”. I due principali attori della città che raccontano e operano nel mondo del lavoro sono in netta difficoltà rispetto alla crescente precarietà che imperversa.
Non c’è da stupirsi, sia il foglio di viale Alfieri che lo pseudosindacato di via Giotto sono figli prediletti di babbo Pd e la principale funzione a cui vengono indirizzati fin da piccoli è una: non disturbare il manovratore.
Però succede che in città ogni tanto emergono situazioni imbarazzanti, giovani sfruttati, situazioni di totale irregolarità contrattuale e allora Tirreno e Cgil devono sostenersi a vicenda, in un gioco di reciproca legittimazione. Nel giornale di ieri infatti viene denunciata la storia di alcune lavoratrici che si sono rivolte alla Cgil per fare causa ad una società. Ma non è dato sapere chi, quanti, come e perché. In cima alla pagina però si ricorda gli ultimi due casi clamorosi: Mtm e Starweb. Questa accoppiata della stagione 2010-2011 è diventata l’esempio di come la precarietà e la giungla contrattuale si sia estesa dalle società di servizi anche al settore manifatturiero e metalmeccanico. In passato le attenzioni erano rivolte invece a Telegate (diventata ora People Care) e anche a Ipercoop simbolo di un disagio diffuso nella grande distribuzione, dove l’egregio lavoro del sindacato di base Usb ha evitato degenerazioni come altrove.
Abbiamo dunque rammentato 4 luoghi di lavoro che hanno fatto la storia della precarietà e dei contratti atipici in questa città. E ogni volta Tirreno e Cgil si sono accodati ad altri che hanno scovato le situazioni o organizzato proteste.
A Telegate, mentre il vescovo benediva il miracoloso call center di Guasticce e la parte politico-sindacale se ne prendeva il merito, le uniche voci dissonanti furono quelle dei Precari Autorganizzati, collettivo di giovani precari legati al Csa Godzilla, che andarono a guastare la festa dell’inaugurazione. Nel giro di pochi mesi il miracolo si trasformò in un incubo con 400 lavoratori tutti a progetto con scadenze trimestrali e un pazzesco turnover che vedeva cambiare anche 50 lavoratori alla volta ogni mese. Le lotte a livello nazionale dei precari dei call center iniziarono a far cambiare rotta (il ministro Damiano dovette far uscire una circolare a riguardo per porre un freno alla giungla) fino a quando una causa vinta da un’operatrice di Telegate con l’aiuto dei Cobas costrinse il call center di Guasticce ad assumere a tempo indeterminato oltre 300 operatori. La Cgil prima della sentenza accusava i Cobas di far chiudere l’azienda, di fare il male dei lavoratori e di far spendere i soldi per cause inutili.
All’Mtm, fabbrica in zona Interporto di montaggio di impianti a gas sulle auto, la dinamica è stata simile. Il caso emerse dopo un’intervista di senza Soste ad un operaio che denunciava condizioni di lavoro pessime e solo 1 assunto su quasi 400 operai, quasi tutti interinali, divisi fra Ospedaletto e l’Interporto. Dopo poco furono tutti trasferiti all’Interporto fino a raggiungere quasi 700 dipendenti a fronte di una manciata di assunti. Il Tirreno arrivò dopo la polvere, quando perfino AnnoZero e Repubblica si occuparono del caso. Fuori dai cancelli a volantinare però c’erano solo i Cobas che avvisavano gli operai che tutto ciò era illegale. L’azienda intanto si accordava con Cgil, Cisl e Uil per mettere una pezza: 110 assunzioni nel giro di un anno. Ma sotto la spinta dello scandalo ormai esploso furono costretti ad assumere tutti subito (meno male, visto che dopo poco poi sarebbero andati tutti in cassa integrazione a causa degli incentivi gas tagliati dal governo). Poi ci fu la beffa della cassa integrazione ai precari promessa il giorno prima delle elezioni e rinnegata il giorno dopo. Nel frattempo molti lavoratori, qualcuno individualmente altri con i Cobas, hanno fatto causa all’azienda e fra poco si arriverà a conclusione. Naturalmente su Il Tirreno si sono confezionati articoli in cui la Cgil, dopo la polvere, si vantava di aver fatto le cause quando per mesi le aveva avversate in tutte le maniere.
A Starweb, call center al piano di sopra della sede Cgil, la storia si ripete. Questa volta a denunciare il caso è stato il collettivo precari di WakeUp Livorno che sfruttando la data nazionale del 9 aprile contro la precarietà, ha fatto un flash mob con striscione gigante srotolato da “Palazzo Cgil” e attraverso propri canali e Senza Soste ha diffuso un’intervista ad un operatore che denunciava le condizioni di sfruttamento e uno stipendio base di 320 euro al mese. Il dato simpatico è che nel resto d’Italia la Cgil era fra i promotori dei Comitati 9 aprile contro la precarietà ed in molte città ha partecipato a proteste, flash mob e manifestazioni. A Livorno invece no, non si sono sentiti nemmeno in dovere di porsi il problema di cosa fare il 9 aprile, trovandosi in clamoroso imbarazzo dopo l’azione dei precari proprio nel loro palazzo. Ma niente paura, Il Tirreno è arrivato in soccorso a sirene spiegate ed ha subito intervistato la responsabile dei precari Cgil che ha sguainato la spada in difesa dei precari di tutto il mondo. Oggi veniamo a sapere che la Cgil incontrerà i precari Starweb. Meglio tardi che mai.
Morale della favola? Meno male che a Livorno c’è chi, gratis, fa militanza, informazione e sindacato perché se si aspettasse i lautamente pagati giornalisti e sindacalisti saremmo una città ancora più arretrata di quello che già siamo, periferia di ogni conflitto e di ogni innovazione e palude inespugnabile.
Franco Marino
Posted: Aprile 9th, 2011 | Author: wakeup | Filed under: General | Tags: mayday, precarietà, sciopero precario, stati generali | Commenti disabilitati su verso lo sciopero precario
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